mercoledì 22 luglio 2020

Recensione: "L'inventore di sogni" di Ian McEwan

I sogni di un bambino che diventa grande

Titolo: L'inventore di sogni 
Autore: Ian McEwan 
Lingua originale: inglese
Anno di pubblicazione: 1994
Pagine: 98
Genere: middle grade

Trama: Peter Fortune ama sognare, non solo di notte: qualunque momento della giornata è buono per fantasticare. Tuttavia questa sua passione gli crea non pochi problemi, ad esempio a scuola gli insegnanti pensano che lui abbia difficoltà di apprendimento. Col tempo Parere capisce che le persone non sanno cosa gli frulla per la testa in quel momento e per questo ha imparato a raccontare i suoi sogni. Il libro è la trascrizione di alcuni di questo sogni.

Recensione: Devo iniziare questa recensione con una confessione: questo libro non mi ha mai ispirato. Forse per colpa della sua continua presenza su ogni libro di antologia delle elementari e medie, forse perché neanche il titolo mi incuriosiva tanto, chissà...
Tuttavia in occasione della tappa di giugno della mia challenge #viaggiatoritralerighe ambientata in uno degli stati in cui regna la regina Elisabetta e visto il periodo di esami, ho deciso di leggere questo libriccino.

La prima cosa che ho apprezzato è stata l'incipit ed ero subito pronta a ricredermi sul libro, tuttavia le prime storie (che tra l'altro già conoscevo) non mi hanno comunicato granché e questo mi ha reso difficile avere voglia di continuare la lettura. Devo dire che col senno di poi anche i primi racconti, come quello delle bambole che si vendicano perchè Peter ha rubato loro la stanza o quella in cui il protagonista entra nel corpo del suo gatto aiutano a comprendere che sta per avvenire un cambiamento: il Peter bambino deve diventare grande e il passaggio è traumatico, per questo ha bisogno di affrontare alcune sfide che gli daranno grandi insegnamenti.
Dico col senno di poi perché man mano che la storia procede la crescita di Peter diventa sempre più evidente e infatti ho iniziato ad apprezzare di più questo libro. I miei racconti preferiti sono quello sul prepotente e quello finale, talmente verosimile che penso che ognuno di noi da bambino abbia fatto un tale sogno.

Cambiamento e crescita sono i temi fondamentali di questo romanzo, al quale non manca un pizzico di magia, perché si sa che nei sogni può accadere qualunque cosa. I temi sono in un certo senso già anticipati nella citazione scelta da McEwan e messa come epigrafe all'inizio del libro: si tratta di una frase dalle Metamorfosi di Ovidio e, leggendo proprio oggi l'inizio di un altro libro di questo scrittore inglese, mi sono resa conto di quanto sia fondamentale: non è solo evocativa, ma dice del cuore del romanzo.

Quello di McEwan è un esperimento interessante: un libro per bambini in cui lo stesso scrittore ritorna bambino, immaginandosi i sogni del suo protagonista, sogni però che sembrano così reali (e questo capita a un sacco di persone che sognano) che a volte perfino io mi dimenticavo che in realtà era, appunto, tutto un sogno.

Lo stile è favoloso, ogni parola è posizionata alla perfezione e risulta coerente con l'età del protagonista. Sicuramente, anche se il libro non è tra i miei preferiti, proprio perché ho amato lo stile mi è venuta voglia di leggere altri suoi libri che mi ispirano di più, come "Nel guscio" che ho iniziato oggi.


Voto: ☆☆☆|5 

CitazioneSiamo noi che lo abbiamo sognato come il prepotente della scuola. Non è più forte di nessuno di noi. Tutta la sua forza e il potere, ce la siamo sognata noi. Noi abbiamo fatto di lui quello che è. Quando va casa e nessuno gli crede se fa il prepotente, allora torna se stesso.

Voi amate McEwan? Avete letto questo libro? Fatemelo sapere nei commenti :)

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