Il 2019 sta finendo ed è giunto il momento di ricapitolare le belle letture, una di queste è sicuramente Uomini e topi.
Titolo: Uomini e topi
Autore: John Steinbeck
Anno di pubblicazione:
Lingua originale: americano
Voto: ☆☆☆☆☆
Recensione:
Una breve storia, ma decisamente intensa quella di George e Lennie, due poveri uomini americani di inizio Novecento che viaggiano per il grande stato cercando lavoro come braccianti. È una condizione diffusa in quegli anni in America: uomini che vagano soli alla ricerca di un lavoro per vivere, bramando di possedere un giorno un piccolo pezzo di terra da coltivare e dai cui trarre da vivere. George e Lennie invece viaggiano insieme. Lennie è un omone con una straordinaria forza, ma con un ritardo mentale che lo fa assomigliare a un bambinone, mentre George è piccolo, ma funge da mente della coppia. Per colpa di Lennie che combina involontariamente guai spesso i due vengono cacciati dai ranch per i quali lavorano. Lennie è un peso peso per George, che però è deciso a prendersi cura di lui portandoselo sempre dietro e parlando lui ogni volta che devono trovare un lavoro. Per cercare di evitare che Lennie combini guai, George gli racconta che quando avranno guadagnato abbastanza soldi compreranno un pezzo di terra e lui potrà accudire i conigli. Infatti Lennie ama accarezzare le cose morbide e questo è spesso l'origine delle spiacevoli situazione in cui mette se stesso e George.
Il breve racconto di Steinbeck affronta tematiche importanti come quelle dell'estrema povertà della classe contadina agli inizi del Novecento e della conseguente emarginazione, ma anche dell'umanità e della solidarietà che può nascere in situazioni così disperate. Il senso dell'umano, intendendo come tale ciò che dice lo scrittore latino Terenzio: homo sum, humano nihil a me alienum puto, è ciò che ho più apprezzato di questo libro, anche nel finale che mi ha fatto rimanere male, ma che è parte della bellezza del libro.