Oggi è la Giornata internazionale del teatro e io colgo l'occasione per inaugurare una nuova sezione del mio blog, quella teatrale.
Già lo scorso anno dopo aver visto Il ragazzo dell'ultimo banco al Piccolo Teatro di Milano avevo chiesto su Instagram se foste interessati a una mia opinione sugli spettacoli che vado a vedere e la risposta era stata 100% affermativa... ma io poi non ho fatto nulla.
Approfitto dunque di questa giornata per parlarvi proprio de Il ragazzo dell'ultimo banco, ma vi avviso, non sarà una recensione, tuttalpiù una mia "impressione", un'opinione.
Crediti foto: Masiar Pasquali www.piccoloteatro.org |
Il ragazzo dell’ultimo banco
di Juan Mayorga
traduzione Antonella Caron
regia Jacopo Gassmann
scene Guido Buganza, costumi Giada Masi
luci Gianni Staropoli, movimenti Alessio Maria Romano
sound designer Lorenzo Danesin, video a cura di Stefano Teodori
con (in ordine alfabetico) Pierluigi Corallo, Alfonso De Vreese, Fabrizio Falco, Pia Lanciotti, Danilo Nigrelli, Mariángeles Torres
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
German, professore di letteratura, si trova nella sua casa e sta leggendo i temi dei suoi alunni su cosa avessero fatto nel fine settimana. E' arrabbiato e insoddisfatto perché i suoi alunni non sanno scrivere. Ad un certo punto un tema attrae la sua attenzione: Claudio, un ragazzo agli occhi del professore insignificante, che siede sempre all'ultimo banco, racconta che per la prima volta è riuscito ad entrare nella casa del suo amico Rafa, con la scusa di dargli ripetizioni di matematica.
Rafa, al contrario di Claudio, è ricco e la sua casa è sempre stata un oggetto misterioso e inaccessibile, che Claudio da tempo seduto su una panchina vicino alla casa sognava e desiderava conoscere.
Il tema di Claudio si conclude con un "Continua." lasciando intendere che ci sarà un seguito. Nei giorni successivi Claudio consegna al professore il seguito del tema: mentre Rafa cerca di svolgere gli esercizi assegnati, Claudio esplora la casa e conosce la madre, donna annoiata che passa il suo tempo a leggere riviste sulla casa pensando alle modifiche che potrebbe apportare, e il padre, appassionato di sport. Col passare del tempo Claudio conosce meglio la famiglia e cerca di farsi apprezzare, celando la sua origine e tentando di imitare il loro stile di vita.
Frattanto German decide di insegnare al ragazzo a scrivere, riversando in lui tutte le sue ambizioni giovanili, ma anche la sua passione per la letteratura. Col proseguire dei temi il rapporto tra il professore e il ragazzo dell'ultimo banco diventa più intimo, quasi padre-figlio, ma anche più sfacciato. In diversi punti German criticherà apertamente il modo in cui Claudio scrive, accusandolo di ricorrere a mezzucci per attirare la simpatia del lettore, e allora ecco che gli attori recitano nuovamente la versione "vera" e non caricaturale della storia.
Diverse e interessanti sono le tematiche trattate, in primis l'ossessione di entrare nella vita degli altri, e soprattutto, di vivere la vita degli altri, che è una tematica che mi ha stupito, e la differenza tra classi sociali. Questi due elementi, oggi, mi richiamano alla mente il film Parasite, ma ovviamente quando vidi lo spettacolo non potevo fare questo collegamento, in quanto il film non era ancora uscito.
Tuttavia la tematica che più mi ha affascinato è il confine labile tra realtà e immaginazione, tema che per le modalità con cui viene affrontato mi ricorda Le notti bianche di Dostoevskij. Ognuno infatti racconta la storia come vuole e Claudio, che tanto ha sognato (ma anche disprezzato) quella vita, non può essere immune da questo e già il professore lo aveva fatto notare.
Anche German però è un po' un sognatore, infatti vive troppo nel racconto del suo allievo e presta poca attenzione alla sua vita familiare.
L'intrusione nella famiglia di Rafa però è destinata a finire, Claudio è respinto. Il ragazzo dell'ultimo banco tenta allora il "folle volo", cercando di entrare nella vita del professore, andando a conoscere sua moglie. Ma cosa succede a chi osa superare le Colonne d'Ercole? German legge la realtà che si è consumata tra le mura di casa sua, il tema è finito, lui è furibondo e vuole incontrare il ragazzo.
Lo spettacolo si chiude quando la tensione è al massimo con le parole del ragazzo "Questo è il finale", ma in fondo, ne siamo davvero sicuri?
Anche lo spettatore è vittima del racconto.
Spero che questo post vi sia piaciuto, fatemelo sapere nei commenti :)
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