mercoledì 27 aprile 2016

Recensione: Il piacere

Titolo: Il piacere
Autore: Gabriele D'Annunzio
Casa Editrice: //
Anno di pubblicazione: 1891 
Lingua originale: italiano  
Riconoscimenti:  //                      
Data di lettura: 19 marzo           
Citazione: Dopo, una immensa tristezza la invase; la occupò l'oscura tristezza che è in fondo a tutte le felicità umane, come la foce di tutti i fiumi è l'acqua amara.
Trama: Andrea Sperelli è un nobile che vive a Roma sul finire dell'Ottocento, quando ormai la classe nobiliare è in declino. La sua vita e quella della piccola cerchia di nobili suoi amici è fatta di lusso, ricercatezza, piacere e pettegolezzi. Quando Sperelli conosce Elena Muti se ne innamora subito e inizia una passionale relazione con lei, che però si interrompe bruscamente.
Sperelli continua la sua vita libertina fino a quando, a causa di una ferita in un duello, è costretto alla convalescenza. In questo periodo si purifica dalla passione per Elena Muti e conosce un'altra donna, Maria, della quale si innamora di un amore diverso, più spirituale.
Successivamente torna a Roma, dove si conclude la sua vicenda amorosa.

Recensione: Questa lettura é stata davvero interessante. Ero piuttosto curiosa di leggere questo libro perché mi affascinava l'idea che un uomo potesse vivere solo per il piacere; giusto o sbagliato che sia, è un ideale che riempe la vita e le conferisce una sorta di eroismo. Temo di non essere riuscita a spiegare il perché mi affascinava, ma pazienza, veniamo alla recensione.

Inizialmente la storia non mi coinvolgeva tanto perché era piuttosto lenta, poi le vicende di un personaggio così passionale come Andrea Sperelli mi hanno coinvolto.         
Andrea Sperelli è un personaggio raffinato e ipersensibile al piacere, che ricerca in ogni cosa, dagli oggetti raffinati alle donne.

Egli parlava con naturalezza quel linguaggio manierato,  quasi estenuando nell'artifizio delle parole la forza del suo sentimento.

C'è una scena, che mi piace molto, nella quale Andrea partecipa ad un'asta di oggetti preziosi e ricercati e compra alcuni di essi a cado. Mi piace perché mi fa capire come questo personaggio voglia riempire di cose e di piaceri il vuoto esistenziale.

Elena Muti è una femme fatale, seducente, sa come comportarsi con gli uomini e specialmente con Andrea, che le somiglia.
Andrea prova per Elena un sentimento totalizzante e quando la loro relazione finisce, é come se non avesse più un motivo per vivere, continua la sua vita vivacchiando e trastullandosi con piaceri di breve durata.
La sua relazione con Elena é stata come un grande amplesso, dopo il quale subentra la stanchezza. In questo momento, che coincide col periodo di convalescenza, Andrea é debole e si ripromette di non amare mai più. Poiché però è anche più buono si innamora di  una donna buona, Maria Ferres.
Maria è una donna casta e sebbene sia sposata, si abbandona all'amore per Andrea perché vede che lo fa stare bene e che lo salva.  Maria è a metà strada tra la donna angelicata dello Stilnovo, il cui sguardo dona salvezza, e la donna romantica, tipo Anna Karenina.
SPOILER (... che poi quanto sto pe dire ve lo spoilerate ovunque).

Il rapporto con Maria non lo coinvolge tanto quanto quello di Elena, infatti nell'amplesso, nel quale provava piacere solo se ripensava a quello con Elena, si lascia sfuggire il nome di quest'ultima e Maria capisce l'inganno.

FINE SPOILER

Da quanto detto poco fa, ma non solo da questo, si coglie il tema del doppio e della bipolarismo. Andrea ama la donna ideale che si crea con la sovrapposizione di Elena e Maria, due donne completamente opposte.
Omen nomen dicevano i latini e nel caso delle due donne è proprio vero, infatti Elena richiama alla mitica seduttrice he causò la rovina di Troia, mentre Maria che dona salvezza è la Madonna. Volendo anche il nome Andrea dice qualcosa della sua personalità. Infatti Andrea viene dal greco ανδρός  (andros) che significa uomo nel senso di maschio  (è l'equivalente del latino "vir" dal quale deriva l'aggettivo virile), ma anche eroe e marito. Infatti in Andrea Sperelli è sicuramente presente una dimensione virile e eroica, visibile nella sua ricerca di un piacere artificiale che lo separi dalla piatta quotidianità e nel suo estetismo.
Andrea infatti è un esteta, non a caso compone versi come se parlasse normalmente. Anche Elena è un'esteta e lei stessa lo aveva intuito, motivo per cui era rimasta attratta da lui, ma sono troppo simili per poter vivere bene insieme, ci riescono solo in una cornice estetica, come il palazzo barocco di 'Ca Zuccari, dove vive Sperelli.
A proposito delle ambientazioni del romanzo, è interessante notare che 'Ca Zuccari é uno dei palazzi più barocchi di Roma e riflette colui che lo abita. Il barocco é sproporzione e vistosità per creare stupore, così è Sperelli, eccessivo e oltre misura nella sua passione, alla continua ricerca della vistositá che lo faccia differenziare dalla massa.

Il piacere è una forza istintiva che guida l'uomo e che alla fine lo rende schiavo delle cose perché lo spinge a cercare la sua soddisfazione sempre in beni materiali e finiti, che però non si esauriscono mai (si potrebbe fare un parallelismo con Epicuro e i desideri naturali e innaturali, ma la recensione non finirebbe più). Così facendo l'uomo precipita del mondo dell'impersonalitá  (quello del "si" impersonale: si dice, si fa...), quel mondo della società di massa che si stava affermando al tempo di D'Annunzio e che Sperelli con aristocratico disprezzo voleva evitare. Nella società di massa si perde l'individuo, ma anche quando ci si assoggetta agli oggetti, poiché si perde la propria soggettività.
Voto: ☆☆☆☆

2 commenti:

  1. Libro di cui avevo tanto sentito parlare a scuola... è stato interessante leggere finalmente una recensione di chi l'ha letto e non la ripetizione di qualche didascalia da libro di letteratura! Grazie! :)

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    1. Sono contenta che ti sia stata utile! In questa recensione ho voluto mettere tutto ciò che ho provato o che mi è venuto in mente mentre leggevo, lasciando da parte le interpretazioni del libro di letteratura (perchè in questo periodo ho studiato D?annunzio in letteratura italiana... tra l'altro il mio libro di letteratura è piuttosto riduttivo).

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